Milano, fortemente ancorata alla sua tradizione romanica e gotica, si dimostra capace di confrontarsi e misurarsi con i nuovi orizzonti aperti dalle sorprendenti forme rinascimentali e dal nuovo mondo umanistico. La città raggiungerà vertici artistici assoluti nel panorama italiano, grazie al sapiente mecenatismo del duca Ludovico il Moro, alla cui corte lavorano le geniali personalità di Donato Bramante e Leonardo da Vinci, senza dimenticare l’eccezionale contributo dei lombardi Vincenzo Foppa e Bernardino Luini.
ITINERARIO
Ogni itinerario può essere personalizzato e modificato a seconda delle esigenze
Le prenotazioni per il Cenacolo Vinciano devono pervenire con largo anticipo
TOUR DETTAGLIATO
Il tour inizia con la visita ad uno dei più stupefacenti gioielli del Rinascimento milanese ossia la Cappella Portinari, opera del XV secolo, contenente le reliquie di San Pietro Martire. La struttura architettonica, a pianta centrale, derivata da modelli fiorentini, è abbellita dalla preziosa Arca Funeraria contenente le spoglie mortali del santo e realizzata nel 1339 dal celebre scultore Giovanni di Balduccio. Le pareti risplendono grazie agli affreschi che illustrano gli episodi più significativi della vita del santo e l’Annunciazione e l’Assunzione della Vergine Maria. Si tratta di un capolavoro di pittura eseguito tra il 1464 e il 1968 dal celebre pittore Vincenzo Foppa, capace di creare un’efficace integrazione illusiva tra spazio reale e spazio dipinto, raggiunta grazie a una sapiente conoscenza degli scorci prospettici, armonizzati a una coloratissima cromia.
Santa Maria delle Grazie, monumento inserito nel patrimonio dell’Unesco, rappresenta uno dei santuari mariani più importanti della città, nonché uno tra i più pregevoli esempi dell’architettura milanese, legata al nome di Leonardo da Vinci e di Donato Bramante.
Nel 1463 Francesco I Sforza, duca di Milano, decide di far costruire, su progetto di Guiniforte Solari, un convento domenicano ed una chiesa nel luogo dove si trovava una piccola cappella dedicata a Santa Maria delle Grazie. Il convento viene completato nel 1469 mentre la chiesa, le cui forme e decorazioni restano ancorate a retaggi gotici e romanici, è terminata nel 1482.
Il nuovo duca di Milano, Ludovico il Moro, sogna di fare delle Grazie la chiesa più bella della città, oltre a renderla mausoleo per la propria famiglia. Chiama così Donato Bramante, il quale tra il 1492 e il 1497 costruisce, in sostituzione dell’abside solariana, la gigantesca e splendida Tribuna, capolavoro assoluto del geniale architetto rinascimentale, impreziosendola all’esterno con eleganti decori in marmo e in cotto, a cui si unisce il meraviglioso chiostro.
Al cantiere delle Grazie partecipa, sempre su richiesta di Ludovico il Moro, anche il sommo maestro Leonardo da Vinci. Nel refettorio del convento domenicano è oggi possibile ammirare l’Ultima Cena, definita la sua opera perfetta, e tra i più celebrati vertici dell’arte mondiale. Tra il 1494 e il 1498 Leonardo dipinge il capolavoro della raggiunta maturità, capace di sintetizzare i suoi innumerevoli studi su una sola parete e bloccando, in un attimo di eterna durata, l’istante seguente alle struggenti parole pronunciate da Gesù: “Uno di voi mi tradirà!”.
La scoperta del Rinascimento in città prosegue con il complesso di San Maurizio al Monastero Maggiore, ribattezzata la Cappella Sistina di Milano. Questa doppia chiesa, divisa tra la zona ad uso dei fedeli e quella riservata un tempo alle monache benedettine, contiene un numero eccezionale di opere d’arte realizzate nel XVI secolo. In particolare gli affreschi del tramezzo e delle cappelle laterali, eseguiti da Bernardino Luini e dai suoi figli, rappresentanti martiri, episodi della vita dei santi e nobiluomini sono tutti lavori dominati dalla grazia, dalla pienezza volumetrica, dall’attenzione al dettaglio e dalla vivace cromia che contraddistinguono l’arte del Luini. Ad essi si aggiungono l’Adorazione dei Magi di Antonio Campi sopra l’altare maggiore, il coro ligneo di inizio 1500 al centro dell’aula delle monache, il pregevole Organo Antegnati del 1557 e, sulla controfacciata, gli affreschi del veneto Simone Peterzano, maestro di Caravaggio.
L’itinerario si conclude con la visita a Santa Maria presso San Satiro, gioiello del Rinascimento quasi nascosto dall’affollata via Torino, tra le mete più affollate dello shopping meneghino. A fine quattrocento si decide di ampliare l’antico Sacello di San Satiro, raro esempio di arte carolingia in città, costruendo un santuario mariano di maggiori dimensioni. L’incarico viene affidato a Donato Bramante, il quale progetta e realizza con acuta genialità una finta abside, servendosi della prospettiva. Crea così l’illusione perfetta di una profondità là dove spazio reale non c’è, riuscendo a costruire un capolavoro unico nella storia dell’arte mondiale a cui si aggiunge la splendida Sacrestia, sempre del Bramante.