Milano, Mudec, dal 16 marzo al 31 luglio 2022
La mostra del Mudec, eccezionalmente sostenuta dai prestiti della collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme, ci porta dentro la storia del pittore, nelle due fasi distinte della sua vita: dalla nativa Vitbesk (oggi Bielorussia), ricchissima di tradizione e cultura, quale quello del popolo ebraico, e poi il periodo parigino, il ritorno in Russia e l’esilio. Si attraversano così i due mondi che hanno segnato profondamente Chagall: quello dell’appartenenza al popolo ebraico e quello della storia del Novecento con la rivoluzione bolscevica e le due guerre mondiali, con tutti I suoi drammi. E quale file rouge che tiene insieme il tutto, il suo amore costantemente presente per Bella Rosenfeld, l’amatissima moglie.
Chagall è infatti il pittore della speranza che non smette mai di lottare, di sognare, e di vincere.
Per lui una forza più grande guida e governa gli umani destini: l’amore.
E sarà il bene a prevalere, in mezzo alle tante difficoltà, ai tanti drammi e dolori che la vita sempre presenta. Cosi che tutta la sua opera sembra essere attraversata da questa, quasi infantile certezza: tutto si risolverà per il meglio.
Chagall ha letteralmente inventanto una forma d’arte tutta sua, originalissima, ricca di colori e leggerezza, in cui ha saputo far suoi i tanti stimoli che le Avanguardie di inizio Novecento hanno messo in campo. Cubismo, fauvismo, futurismo, tutto, nella sua opera, collabora.
Visitare la mostra significa incontrare sicuramente uno dei più grandi pittori del secolo appena trascorso e coltivare con esso un germe di speranza a fronte di tempi ancor oggi non facili.