Il sistema Navigli a Milano con i suoi 162 km lineari è da sempre stato un fattore di funzionalità per la città, che unitamente alla bellezza delle aree verdi che attraversa, e dei quartieri urbani che incontra e incornicia, costituisce un elemento imprescindibile della metropoli milanese.
Non si può dire di conoscere Milano se non si conoscono i Navigli.
Questi lunghi canali, nella memoria storica della città, fanno pensare subito alle grandi barche che trasportavano il prezioso materiale per la costruzione del Duomo: il marmo di Candoglia. E insieme a questo anche tutto il materiale edile che ha favorito il sorgere della città. Le pietre che arrivavano dall’arco alpino, le sabbie del Ticino, ad esempio, erano i materiali che facilmente si potevano osservare tutt’attorno alla Darsena.
A Tornavento prende avvio nel 1177 il Naviglio Grande, che con i suoi 50 chilometri, arriva in zona Ticinese. Si tratta del primo dei canali che formano il Sistema dei Navigli milanesi, il più antico e il più importante. Sul suo corso non vi sono le conche, quelle geniali invenzione di sollevamento o abbassamento delle barche, che invece Leonardo da Vinci progetterà per altri navigli.
Dalla Darsena, restaurata in occasione di Expo 2015 ed abbellita da larghe sponde percorribili, parte un sistema ramificato di Navigli. Il più importante di questi è quello Pavese, avente la funzione di irrigazione dei campi, ma soprattutto di navigabilità, con approdo a Pavia.
C’è poi il Naviglio di Bereguardo, il Naviglio della Martesana; vi sono gli antichi tracciati dei canali che entravano in città, circondando le antiche mura di Milano fino al Laghetto in zona Duomo, o il grande fossato attorno al Castello.
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